Ebbene sì: dopo un mese di dicembre che ha rispettato, come non accadeva da anni, le sue caratteristiche invernali, con episodi nevosi sui monti causati da veloci ma frequenti incursioni atlantiche, ecco, quasi inaspettata, una pausa che si preannuncia secca e mite.
Infatti, dopo la variabilità a tratti instabile sui settori tirrenici di giovedì e venerdì, da sabato 6 gennaio, giorno della Befana, la Calabria sarà interessata dal ramo ascendente di un promontorio anticiclonico di origine nord africana che invaderà i bacini orientali del Mediterraneo, in risposta a un afflusso di aria polare marittima fredda che punterà sulla penisola Iberica alimentando una saccatura che insisterà anche nei giorni successivi, sempre sulla suddetta penisola, probabilmente isolandosi in cut-off.
L’afflusso di aria proveniente dai quadranti meridionali, pertanto, creerà le condizioni per un rialzo termico sulla nostra regione: se si analizza, infatti, la figura di copertina, essa mostra l’andamento della temperatura alla quota isobarica di 850 hPa, cioè in media a 1500 m slm in questo periodo, per i prossimi giorni sulla Calabria come previsto dal modello americano GFS ed elaborato dal sito wetterzentrale.de (i cosiddetti “spaghetti“).
In particolare:
– la linea rossa mostra la temperatura “media” cioè quella che NORMALMENTE dovrebbe registrarsi in questo periodo a quella quota (intorno a +1,5° / +2°);
– le linee di differenti colori mostrano le varie ipotesi calcolate dal modello: già perchè il famoso modello di previsione GFS non fa una sola previsione, ma tante, in modo da proporre diversi scenari possibili;
– la linea bianca mostra la media di tutte le linee colorate.
Come è evidente, sin da domani giovedì 4 gennaio, è previsto l’inizio di un periodo più caldo del normale, cioè in cui la linea bianca supera quella rossa. Ma è proprio dal giorno della Befana che l’afflusso mite si farà più intenso, con valori a 850 hPa prossimi a +10°, un dato fortemente anomalo (+8° rispetto alla media) che sarebbe invece consderato “normale” ad ottobre. Inoltre, tale afflusso sembra non essere fugace, ma addirittura durare almeno tre giorni (non andiamo oltre perchè l’incertezza previsionale, oltre il 9 gennaio, cresce in maniera inaccettabile, come mostrato dal divergere delle varie linee colorate).
Insomma, un periodo sovramedia durante il quale, ahinoi, potrebbero ridursi fortemente gli spessori di neve che si sono accumulati sui nostri monti nel mese di dicembre.
Questa, ovviamente, è solo un’analisi di tendenza: per ogni altro dettaglio previsionale rimandiamo ai prossimi aggiornamenti sempre su www.meteoincalabria.com
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