Nel pomeriggio di mercoledì 4 settembre la città di Crotone è stata investita da un intenso rovescio che ha scaricato 28,8 mm in un’ora, quindi proprio al limite della definizione di nubifragio (definito tale quando si verifica una precipitazione superiore a 30 mm in un’ora), come mostrato dal grafico delle piogge cumulate nella stazione di Crotone del Centro Funzionale Multirischi ARPACAL, riportata sul nostro sito www.meteoincalabria.com alla sezione Stazioni Meteo –> Mappa Stazioni Realtime che ingloba la rete meteonetwork:
Il fenomeno, molto intenso ma non certamente record, che ha provocato anche numerosi allagamenti in pieno centro, è invece da analizzare con attenzione a causa della particolare disposizione assunta dalle celle temporalesche che hanno abbordato la città pitagorica.
Come visibile dall’animazione desunta dal radar della Protezione Civile per il pomeriggio di mercoledì, infatti, il rovescio ha avuto origine da una linea temporalesca (squall line, cioè le celle temporalesche erano disposte approssimativamente lungo una linea) che si è originata al largo dello Ionio intorno alle 17:30 e che poi spostandosi verso nord-ovest, si è gradualmente “incurvata” assumendo, dopo poco, una evidente forma ad “arco” con convessità rivolta proprio a nord-ovest (cioè nel verso del movimento).
Tale disposizione delle celle temporalesche ha un ben preciso nome nella letteratura scientifica: “bow-echo” cioè “eco (radar) a forma d’arco”. Questa particolare disposizione delle celle temporalesche si verifica quando esiste un intenso “rear inflow jet”, cioè un flusso d’aria, alla media troposfera, che dalla parte retrostante della cella si dirige, discendendo, verso la sua parte frontale. Tale flusso, in particolari condizioni, tende a concentrarsi nella zona centrale della linea temporalesca (squall line) provocando la suddetta deformazione ad arco.
È da dire che la particolarità di tale fenomeno non risiede solo nel suo aspetto morfologico, cioè nella sua particolare conformazione mostrata al radar: il problema è che il flusso retrostante, proprio poco prima di raggiungere il fronte del temporale, tende a toccare il suolo disperdendosi e provocando intense raffiche di vento lineare (cioè non vorticoso come nei tornado) che, quindi, si sommano agli effetti delle intense precipitazioni.
La figura successiva mostra la classica evoluzione da “linea temporalesca” ad “eco a forma d’arco”, con la linea tratteggiata che indicata la zona con venti lineari di maggiore intensità (da wikipedia).
Ritornando, infine, nuovamente, all’animazione radar, si noti come la bow-echo abbia raggiunto la città di Crotone intorno alle 19:50, scaricando l’intenso rovescio di cui sopra e successivamente dissolvendosi al raggiungimento del massiccio silano. All’arrivo del fronte ad arco, alcuni utenti della zona, come Franz Ryan Duvalles, hanno segnalato forti raffiche di vento e addirittura fotografato quello che sembrerebbe essere il precursore di un tornado, cioè una particolare formazione nuvolosa detta “lowering” che consiste in una piccola estensione nuvolosa che si abbassa rispetto alla base del cumulonembo da cui trae origine il temporale: