Come anticipato nell’articolo di qualche giorno fa, la saccatura alimentata da aria artico-marittima che ha invaso il bacino centrale del Mediterraneo apportando le piogge di queste ultime ore, ha generato, nella tarda serata di martedì, una bassa pressione al suolo sul basso Ionio siciliano, che poi ha seguito una traiettoria anomala risalendo sulla Calabria (scaricando discrete quantità di pioggia soprattutto sui versanti ionici centrali e settentrionali), ha sconfinato sul Tirreno all’altezza delle coste campane gettandosi poi nel cuore del Tirreno in moto retrogrado (cioè da est verso ovest) per arrivare, proprio in queste ore, dinanzi le coste tunisine dove ha assunto un minimo di 1005 hPa.
Ma la sua traiettoria, e la sua storia, non termina mica qui!
Infatti, nelle prossime ore, durante l’arco della giornata di giovedì 16 novembre (si veda la figura in copertina su cui si invita a cliccare per ingrandire), il ciclone continuerà a scorrere lungo il canale di Sicilia, questa volta da ovest verso est, si dirigerà verso Malta per poi risalire, a partire dal pomeriggio/sera, di nuovo sullo Ionio siciliano, approssimativamente lì dove era nato proprio nella serata di martedì, andando pertanto a definire una traiettoria complessiva quasi “chiusa”.
Il problema è che durante la traiettoria appena descritta, il ciclone “viaggerà” a contatto con la superficie marina del Mediterraneo che presenta temperature di circa 20°/21°: a causa di alcuni meccanismi che riportiamo a fine articolo, questo provocherà la formazione di un vortice ciclonico ancora più energico di quello attuale, con moti convettivi notevoli capaci di generare intense manifestazioni temporalesche e venti molto forti vicino e tutt’intorno al suo “occhio”: importante quindi seguire la sua traiettoria che, però, ahinoi, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è difficilmente prevedibile anche a poche ore di distanza.
Allo stato attuale sembra che esso, alle ore 22:00 di giovedì, possa posizionarsi sullo Ionio più o meno a metà strada fra la Calabria e la Grecia con un minimo di pressione di 998 hPa (si veda la carta della pressione al suolo prevista dal modello Moloch del CNR): tale posizione, se confermata, sarà in grado di generare piogge intense, anche a carattere temporalesco, su tutti i versanti ionici della nostra regione a partire dal pomeriggio/sera; piogge che localmente potrebbero assumere carattere di forte intensità. Le piogge dovrebbero interessare, sebbene con minore intensità e frequenza, anche i versanti tirrenici.
Nelle strette vicinanze del suo occhio, inoltre, si verificheranno venti estremamente intensi con valori medi di 60 km/h e picchi di 70-80 km/h (burrasca forte).
Se quindi, la traiettoria sarà quella descritta ora, prevista dal modello a scala globale GFS e confermata anche da un modello a scala limitata come il suddetto Moloch del CNR, la forza del ciclone dovrebbe scatenarsi prevalentemente in mare aperto, sebbene, come detto, non mancheranno fenomeni di precipitazione anche intensi sulla nostra regione.
…si trasformerà in un ciclone tropicale (TLC)?
Come detto in precedenza, durante la sua traiettoria, il ciclone “viaggerà” a contatto con la superficie marina del Mediterraneo che presenta temperature di circa 20°/21°: il conseguente squilibrio termodinamico esistente fra l’aria calda nei bassi strati e l’aria fredda in quota della (ex) saccatura (ormai in cut-off, cioè ormai completamente distaccata dal flusso perturbato principale), provocherà intensi moti di convezione, cioè moti verticali verso l’alto capaci di liberare l’intenso calore latente contenuto nel vapore acqueo evaporato dalla superficie marina stessa in successiva condensazione: i bassi strati del minimo depressionario tenderanno pertanto a riscaldarsi (cuore caldo in basso) e, man mano che proseguirà nel suo cammino sul mare, tale calore si propagherà via via verso l’alto provocando la formazione di un cuore caldo anche alle quote più alte.
E’ quello che sembra possa accadere al vortice in esame: se infatti si analizzano le mappe, riportate di seguito, di temperatura a 850 hPa (circa 1400 m slm) cioè nei bassi strati, e a 500 hPa (circa 5550 m slm) cioè negli alti strati, dal modello Moloch del CNR per giovedì sera, si vede la presenza di un piccolo cuore caldo in entrambi i casi. Cioè il vortice ciclonico, inizialmente a cuore freddo, sarà interessato dalla cosiddetta tropical transition, ovvero dai fenomeni appena descritti che, se portati sino alle estreme conseguenze, lo trasformerebbero gradualmente in un ciclone tropicale.
Si compirà tale trasformazione per il ciclone in esame?
Difficilissimo dare una risposta certa perchè, come detto, le conoscenze scientifiche su questo argomento non permettono previsioni affidabili neanche a poche ore dall’evento.
Comunque le previsioni attuali dicono che il ciclone, da venerdì, continuerà a spostarsi verso la Grecia, e proprio poco prima di giungere sulla terraferma (landfall) dovrebbe presentare, secondo il diagramma a fasi di Hart (riportato alla fine), un cuore caldo a bassa quota in estensione sino a quote medio-alte, con struttura simmetrica: insomma qualcosa di molto simile a un ciclone tropicale anche se non perfettamente: potremo pertanto definirlo una sorta di ciclone ibrido che probabilmente non terminerà la sua trasformazione in tropicale a causa della traiettoria che non proseguirà a lungo sulle “calde” acque del mar Mediterraneo meridionale, andando a finire, proprio nel momento “clou” (ricordiamo che per essere classificato TLC la simmetria e la struttura calda su tutta la colonna d’aria deve durare almeno 6 ore), sulla terraferma greca dove, quindi, il ciclone non potrà più alimentarsi mediante quei processi di evaporazione, condensazione e liberazione del calore latente che abbiamo descritto all’inizio.
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