Nevaio del Pollino: aggiornamento al 4 luglio 2021
Nevaio del Pollino: aggiornamento al 4 luglio 2021
www.meteoINcalabria.com ritorna ad analizzare lo stato di salute del nevaio del Pollino a fine giugno e agli inizi di luglio di quest’anno, grazie a due escursioni: la prima eseguita dall’amico fotografo Cristian Filice nella giornata di domenica 27 giugno 2021, la seconda da noi di meteoincalabria domenica 4 luglio 2021 guidati dagli esperti escursionisti Gabriele Atripaldi, Fabio Farnesi, Orlando Corigliano e Luciano Accursi.
Come sempre si rimanda all’articolo “Il nevaio del Pollino, la neve in Calabria d’estate” per maggiori informazioni preliminari sullo stesso nevaio, per comprendere come e perché si forma e la sua vita utile “normale”.
La prima escursione, come si è accennato all’inizio, è avvenuta il 27 giugno e le relative foto di Cristian Filice sono riportate di seguito, con relative brevi didascalie (cliccare sulle foto per ingrandirle):
vista dal lato nord della conca:
vista lato ovest della conca (da sud):
vista lato ovest della conca (da sud):
vista lato ovest della conca (da nord):
La seconda escursione, come detto, è avvenuta una settimana dopo: una settimana che nella sua prima parte (da domenica 27 a mercoledì 30 giugno) è stata caratterizzata anche da temperature molto elevate che, quindi, hanno inevitabilmente prodotto un’accelerazione al processo di (normale) fusione estiva del nevaio stesso.
Di seguito le foto scattate il 4 luglio con relative brevi didascalie (cliccare sulle foto per ingrandirle):
vista dal lato nord della conca:
vista dal lato nord della conca:
vista lato ovest della conca:
vista lato ovest della conca:
vista dal lato sud della conca:
vista dal lato nord della conca, si noti la buca sulla superficie del nevaio a destra (lato ovest):
particolare della buca prodotta dalla fusione presente sul lato ovest:
particolare della buca prodotta dalla fusione presente sul lato ovest: si noti il sottile “ponte di neve” che chiude il cerchio.
Altro interessante aspetto morfologico del nevaio sono le “grotte” poste sempre sul lato ovest, alcune discretamente profonde:
Di interesse è fare raffronti tra le foto per stimare la velocità di fusione del manto nevoso.
Si prendano ad esempio le foto del 27 giugno del 5 luglio con vista da sud: è evidente la fusione (in rosso) della “lingua” di neve posta ad ovest (cioè a destra della foto) e l’arretramento di alcuni metri del fronte est (a sinistra) grazie all’individuazione di alcuni elementi fissi (pietre) indicate con cerchi e rette gialle e verdi (cliccare sulle foto per ingrandirle):
27 giugno 2021
4 luglio 2021
Interessante è anche valutare la perdita di spessore sul bordo ovest dell’accumulo nevoso, stimabile in circa 30/40 cm, sulla base di alcune tracce di base:
27 giugno 2021:
4 luglio 2021:
Evidente la perdita di spessore di 1-1,5 metri dal 30 maggio 2021 e l’arretramento del fronte (foto di Andrea Pizzini):
Previsioni sulla data di completa fusione
Come sempre è molto difficile fare una previsione del genere anche perché dipende fortemente dal tipo di masse d’aria che decideranno di interessare il nostro territorio nei prossimi 2 mesi.
Un approccio razionale al problema è effettuare confronti con foto di anni passati, scattate grosso modo nello stesso periodo dell’attuale, di cui è ovviamente nota la data (stimata) di fusione.
Di seguito mostreremo le foto del 5 luglio 2013 (in quell’anno il nevaio fuse completamente tra il 15 e il 20 settembre) e del 14 luglio 2018 (quando fuse a metà agosto):
5 luglio 2013 (foto di Domenico Riga):
14 luglio 2018 (foto di Andrea Pizzini)
Come visibile, il nevaio nel 2021 è certamente meno spesso del 2013, ma più spesso rispetto a quello del 2018 (sebbene in quell’anno la foto fu scattata il 14 luglio, cioè ben 9 giorni dopo).
E’ abbastanza razionale affermare che il nevaio del 2021, quindi, sia grosso modo a livello di quello del 2018 che fuse, come detto, entro metà agosto: in condizioni di normalità climatica, quindi, sarà quella la data più probabile per la sua fusione anche quest’anno.
Abbiamo detto “in condizioni di normalità climatica”: non possiamo quindi far altro che sperare che l’Anticiclone cosiddetto “Africano” decida di fare solo brevi e rare visite, altrimenti…
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