Da oggi, la nostra pagina si arricchirà di una nuova rubrica dedicata ai funghi. Non staremo a dilungarci troppo sull’aspetto micologico, se non in questo articolo. Cercheremo, in base alla nostra attenta osservazione sull’andamento meteorologico del nostro territorio, di tracciare una previsione sullo sviluppo dei carpofori (frutto del fungo) nelle diverse aree della Calabria, avvalendoci anche di una mappa.
PREMESSA
Ci avviamo alla stagione autunnale, il tempo giusto per godere del sapore che la terra riesce a produrre attraverso i suoi frutti. Tutto ciò che madre natura ha sapientemente generato tra la primavera e l’estate ci verrà offerto proprio a partire da ora. Si proprio loro, i tanto preziosi prodotti che il bosco ci offre in maniera abbondante in questa fase dell’anno, i funghi. La loro rigenerazione, alla nostra vista, rimane per la maggior parte del tempo impossibile da percepire. Nei periodi poco favorevoli, il micelio (la pianta del fungo), rimane dormiente nel sottosuolo anche se, come tutte le altre piante aeree, riesce in ogni caso ad accumulare sostanze nutritive in diversi modi. Quando il tempo (meteorologico) soddisfa determinati parametri di temperatura ed umidità, si determinano le condizioni ideali per la loro riproduzione. Generalmente il tempo che ciò avviene con maggiore consistenza si raggiunge nel mese di settembre.
In realtà le specie fungine sono migliaia e possono presentarsi in tutte le stagioni a seconda delle particolari caratteristiche del micelio e della loro esigenza nutritiva (Simbionti, Saprofiti e Parassiti ), tuttavia la stragrande maggioranza di esse preferiscono l’autunno per uscire allo scoperto.
Ma perché proprio in autunno?
Perché nella nostra regione, come in diverse aree dal clima temperato, in generale l’autunno è la stagione delle piogge, quel periodo in cui il terreno, si arricchisce di sostanze nutritive che alimentano alberi e arbusti; ecco che allora i funghi, in particolare i simbionti (una specie che si avvantaggia dello scambio di sostanze nutritive con l’essenza arborea a cui è legata attraverso l’apparato radicale), possono finalmente uscire dal terreno per poter veicolare le spore (i semi) lontano dal luogo dove è nato il carpoforo, cioè il fungo che noi solitamente raccogliamo (il frutto del micelio).
Viene da se che la condizione meteorologica fondamentale per la nascita di molti funghi è la pioggia abbondante; un evento che dovrà assumere carattere tra debole e moderato unito ad una sufficiente continuità nel tempo; intensi rovesci temporaleschi, non gioverebbero molto perché l’acqua non penetra in profondità nel suolo, e poi le sostanze nutritive superficiali vengono dilavate senza poter essere catturate dalle piante e dal micelio.
La sola pioggia però non basta; nella maggior parte dei casi il fungo nasce solo se nei giorni precedenti (10-15 giorni in genere) la temperatura non scende al di sotto di una certa soglia, variabile da specie a specie; ad esempio i porcini (fig.1- fig.1b – fig.1c – fig. 1d) nascono in abbondanza solamente se la temperatura non scende sotto i 15°C per troppo tempo, mentre alcuni gruppi come i Tricolomi (fig.3), possono resistere anche a temperature inferiori allo 0°C o addirittura sotto una coltre nevosa per giorni e giorni. Anche la temperatura troppo alta è un fattore controproducente per la fuoriuscita dei carpofori, è bene infatti che non salga troppo e oltre i 25°C superando i 30°C, specialmente se per più giorni di seguito.
fig 3 – Tricholoma portentosum (ottimo sottolio)
Altro fattore determinante è l’umidità relativa dell’aria e la presenza di vento; il carpoforo del fungo infatti è composto di acqua per una notevole percentuale in peso, quindi se soffia un forte vento secco (Tramontana, Grecale, Bora o Maestrale) per più di 2-3 giorni, esso rischia di disidratarsi rapidamente, perdendo gran parte delle sue caratteristiche di commestibilità, inoltre si verificherebbe un indurimento della superficie del suolo che inibirebbe la conseguente nascita e lo sviluppo dei funghi, soprattutto del Porcino. Ricapitolando, per poter tornare a casa con il cesto colmo di funghi in autunno è preferibile sperare in 10-15 giorni di tempo umido e molto mite, con frequenti episodi di pioggia debole o moderata, ma anche con poco vento.
Vista la superficie prevalentemente collinare, che si estende per il 49,2% del territorio e la presenza di ampie zone montuose che coprono il 41,8%, sono presenti habitat diversificati che inducono la nascita di innumerevoli specie fungine. Dalle specie Eliofile della macchia mediterranea dalla fascia collinare costiera ed interna a pertire dai 100-200 metri slm fino ai 900-1000 metri, dove possiamo incontrare la prelibatissima Amanita caesarea (fig. 4) ma anche la mortale Amanita Phalloides (fig.5) molto spesso insieme, facili da confondersi, ad occhi poco esperti, allo stadio di ovulo chiuso. Altra specie di spicco di questa fascia climatica è il prorcino nero, Boletus Aereus (fig-1d) dal profumo inebriante. Sulla fascia montana che va dai 1100 ai 1900 metri il target di prelibatezza spetta a due boleti che occupano una fama di rilevo specie sull’altopiano silano, Boletus Pinophilus (fig.1a) fruttifica molto bene sotto pino nero e faggio; Boletus Edulis (fig.1b) abbondante sotto i faggi ma frequente anche sotto pino nero, in misura minore sotto il castagno visto che la pianta è presente sul nostro territorio ad altitudini piu basse; Boletus Reticulatus(fig.1c) fruttifica sotto faggio e pino nero in piena estate per poi ritirarsi a quote piu basse in autunno. Altra specie caratteristica del periodo autunnale è il Lactarius deliciosus (fig.2), diffuso in abbondanza da questo periodo sotto pino nero e molto apprezzato dai cercatori; come rilevanza non possiamo che mensionare anche il Cantherellus Cibarius (fig.3) (volgarmente gallinaccio) diffuso un po su tutte le altitudini, in estate ed autunno nei boschi di montagna, in autunno fino ai primi giorni di dicembre nei boschi di bassa quota di quercia.
fig 4 – Amanita caesarea (ottimo anche crudo)
fig 5 – Amanita phalloides (velenoso mortale)
fig 1d – Boletus Aereus (ottimo commestibile) – foto fonte fotoalbum virgilio
fig.1a – Boletus pinophilus (ottimo commestibile)
fig.1b – Boletus Edulis (ottimo commestibile)
fig.1c – Boletus Reticulatus (ottimo commestibile)
fig 2 – Lactarius deliciosus (buono commestibile)
fig 3 – Cantharellus cibarius (ottimo commestibile)
Solitamente i primi esemplari a fuoriuscire in massa dal terreno sono i Saprofiti, tra le tipologie piu note commestibili troviamo: la Marcolepiota Procera (fig.6) (volgarmente denominata mazza di tamburo)
(fig.6)
PASSIAMO ORA ALLA PREVISIONE
In base all’andamento climatico degli ultimi 10-15 giorni, riscontriamo che le prime abbondanti piogge si sono verificate tra il 23 ed il 24 agosto con interessamento diffuso su quasi tutta la regione, in particolare i versanti ionici ed are interne montuose. Alcune aree del crotonese hanno ricevuto piogge a carattere temporalesco già dal 18 agosto come Petilia Policastro e Cotronei e Trepidò dove probabilmente le prime nascite sono già in corso. Considerando l’andamento caldo ed umido e le piogge appena cadute, potremmo auspicare di vedere le prime nascite abbondanti di diverse specie la prossima settimana su buona parte della regione (vedi mappa fig.7). Sono già frequenti i primi avvistamenti di Macrolepiota Procera un po su tutto il territorio regionale, nella prossima settimana è attesa la fioritura di molte altre specie pregiate del gruppo Simbionti. Dalla mappa (fig.7) abbiamo tracciato le possibili aree con imminente fioritura di funghi in base all’andamento climatico degli ultimi 10-14 giorni.
(fig.10)
Seguiranno aggiornamenti nella prossima settimana.
Vi auguriamo una buona raccolta e raccomandiamo massimo rispetto per i nostri boschi.
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