Marzo 1971: quando mezza Calabria fu sepolta dalla neve (parte 3 di 3)
La situazione meteorologica
Parte 3 di 3
la prima parte dell’articolo si può leggere cliccando al seguente link, mentre la seconda parte a questo link.
Dopo aver analizzato, nelle precedenti due parti dell’articolo, la cronaca nuda e cruda dei fatti dell’epoca, si dà ora un accenno alla situazione meteorologica che provocò l’evento in questione.
La situazione meteorologica
Sin dal 23 febbraio si notava sulla Siberia settentrionale, in corrispondenza della penisola del Tajmyr, un vasto campo d’alta pressione al suolo di tipo termico, mentre un’altra alta pressione (dinamica) si stava elevando dal nord Africa verso le Isole Britanniche.
Dal 26 febbraio l’alta pressione Siberiana si spostava ulteriormente verso nord sul Mare di Kara aumentando ulteriormente il suo massimo (fino a 1050 hPa) ed estendendo un suo stretto promontorio verso la Scandinavia nel tentativo di collegarsi all’alta pressione Atlantica, favorendo il tal modo il distacco verso sud di una profonda saccatura, alimentata da aria polare continentale proveniente dal bassopiano Siberiano occidentale, con valori di temperatura sull’Europa Centrale di -16° alla superficie isobarica di 850 hPa (circa 1450 m s.l.m.).
L’ulteriore spostamento dell’alta Russa verso sud-ovest, sulla penisola Scandinava, attuò quasi completamente il collegamento con l’alta pressione nord-Atlantica portando alla formazione di un ponte di Voejkof che favorì ulteriormente il moto retrogrado della suddetta saccatura la quale, inoltre, andò quasi in cut-off sull’Europa centro e sud Orientale sin dall’1 marzo: tutto ciò determinò la stazionarietà di questa configurazione per diversi giorni sull’Europa.
In particolare l’1 marzo, si generava un bassa pressione al suolo molto blanda di 1010 hPa sul Mediterraneo Centrale: la Calabria, quindi, fu esposta a correnti instabili in quota da ovest in un contesto di freddo intenso, con l’isoterma di -4° a 850 hPa giunta sul Cosentino
Punte anche di -8° furono raggiunte tra il 2 e il 3 marzo:
Tale saccatura, abbastanza stazionaria, ruotando sul proprio asse provocò la formazione di una nuova bassa pressione al suolo che insistette sulla Calabria per diversi giorni fra il 3 e 7 marzo 1971 apportando altre abbondanti nevicate questa volta, però, soprattutto sui monti sebbene a quote basse, visto che le isoterme alla quota della superficie isobarica di 850 hPa si attestarono tra i -2°C e i -4°C.
A partire dal 7 marzo, poi, la saccatura si elongò sin verso il Portogallo, lasciando campo libero a una nuova perturbazione al suolo sul Nord Africa che apportò un richiamo di aria umida e mite che pose fine alla fase gelida.
La prima parte dell’articolo può essere consultata al seguente link, mentre la seconda parte qui.
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