Incendi record in Amazzonia nel 2019? Semplicemente falso, vediamo di capire il perché.
Ogni anno il Brasile sperimenta numerosi incendi nel suo territorio e quindi anche nell’enorme bacino del Rio delle Amazzoni, caratterizzato dalla presenza, al suo interno, dell’Amazzonia, cioè la “foresta amazzonica”, che è una foresta pluviale tropicale. Si ricorda che una “foresta pluviale tropicale” è compresa tra 10° di latitudine nord e sud dell’equatore, è caratterizzata da un clima caldo (la temperatura media di ogni mese supera i 18° – vedi rif. 1) e umido, con alti valori di piovosità annua, superiori a 1600 mm e valori tipici compresi tra 1750 e 2000 mm (vedi rif. 2): per dare un termine di paragone, solo le aree più piovose della nostra regione (i monti dell’Orsomarso e sua pedemontana nella valle del Crati, e l’area della Serre Vibonesi) raggiungono tali valori di piovosità annua.
Le foreste pluviali, inoltre, sono caratterizzate dal fatto che tali piogge sono distribuite abbastanza uniformemente durante l’anno: quindi la cosiddetta “stagione secca” (quella che si verifica in estate da noi, per intenderci) è meno pronunciata o, in alcune zone, quasi del tutto assente.
Fatta questa premessa, una domanda può quindi nascere spontanea: perché, ogni anno, si verificano numerosi incendi anche nella foresta amazzonica?
La risposta a tale domanda è stata ipotizzata dall’Istituto di Ricerca Ambientale dell’Amazzonia il quale ha asserito che gli incendi sono causati dalla deforestazione indotta dall’uomo. La maggior parte degli incendi sono di natura agricola: i responsabili, infatti, sono sia i piccoli proprietari che bruciano le stoppie dopo il raccolto, sia gli agricoltori che ripuliscono la foresta per i terreni coltivati. Gli accaparratori di terre illegali, inoltre, distruggono gli alberi in modo che possano aumentare il valore della proprietà che sequestrano (vedi rif. 3) nella speranza di una futura regolarizzazione; speranza che sarebbe stata alimentata anche dalle dichiarazioni “ambigue” dello stesso Presidente Bolsonaro e da altri funzionari statali (vedi rif. 4).
In ogni caso la domanda è: gli incendi registrati finora (sino al 21 agosto 2019) sono da considerarsi così eccezionali come fa credere il can can mediatico in atto?
La risposta è, semplicemente, NO.
Il grafico seguente, infatti, desunto da un articolo della BBC indicato nel rif. 5, mostra l’andamento, tra il 2003 e il 2019, delle emissioni equivalenti di CO2 causate dagli incendi che avvengono in Brasile nel periodo 1 gennaio – 21 agosto, come stimate dalle osservazioni satellitari del progetto europeo Copernicus:
come facilmente comprensibile osservando il grafico, gli incendi più intensi in Brasile sono avvenuti tra il 2003 e il 2010, con valore massimo registrato nel periodo 1 gennaio – 21 agosto 2004 con oltre 400 milioni di tonnellate di CO2 equivalente emessa.
Nel periodo 1 gennaio – 21 agosto 2019, sono state emesse poco più di 200 milioni di tonnellate di CO2: un valore enorme, il più alto dal 2011 (compreso) in poi, ma non assolutamente record. Anzi: considerando i dati storici dal 2003, si può osservare come quello di quest’anno sia solo il 6° più alto su 17; un valore quindi che è solo poco al di sopra della media annua.
Anche la tesi, riportata in precedenza, secondo la quale i fuochi brasiliani siano aumentati a causa delle dichiarazioni “ambigue” dei propri politici, sembra necessiti di un maggior grado d’analisi, visto che, come riporta sempre l’articolo della BBC nel rif. 5, quest’anno si è verificato un sostanziale aumento del numero di incendi in tutti i paesi interessati dalla presenza della foresta amazzonica: anche in paesi (vedi Bolivia), guidati da presidenti (per la Bolivia: Evo Morales) che di certo non possono essere accusati di simpatie nei confronti di multinazionali e accaparratori di suoli:
rif.1 – Susan Woodward. Tropical broadleaf Evergreen Forest: The rainforest. Archived 2008-02-25 at the Wayback MachineRetrieved on 2008-03-14
rif. 2 – Newman, Arnold. The Tropical Rainforest : A World Survey of Our Most Valuable Endangered Habitat : With a Blueprint for Its Survival. New York: Checkmark, 2002. Print.
rif. 3 – articolo del The Guardian
rif. 4 – articolo della BBC in lingua portoghese
rif. 5 – articolo della BBC
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