Come noto, uno degli argomenti di conversazione preferiti è la meteorologia “spicciola”, basata il più delle volte sulle “sensazioni” che gli interlocutori hanno sperimentato sulla loro “pelle” della condizioni meteo del recente passato. E così nella stessa discussione capita di ascoltare giudizi opposti, ad esempio, su una stagione appena trascorsa….il che, se vogliamo, è normale, visto che i giudizi che esprimiamo sono soggettivamente influenzati da una miriade di fattori: le nostre aspettative (c’è chi vorrebbe un inverno nevoso e chi asciutto, chi freddissimo, chi mite, etc.), le nostre abitudini lavorative (chi lavora al chiuso in un ufficio e chi lavora all’aperto magari già dall’alba), i nostri ricordi (magari di annate particolarmente fredde del passato che c’inducono a pensare che tutti gli inverni di qualche anno fa siano stati freddissimi), senza dimenticare l’influenza dei media, che ormai da anni martellano il nostro cervello con il fenomeno del “riscaldamento globale”.
Quindi, a nostro parere, è necessario esporre delle analisi più scientifiche sulle vicende meteorologiche del recente passato in modo da non “dare i numeri”: ed è quello che faremo oggi con l’inverno 2014-2015, sulla base delle analisi climatiche del NOAA (Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica, agenzia federale statunitense che si occupa di meteorologia) e delle re-analisi NCEP (2,5° x 2,5°) (Centro Nazionale delle Previsioni Ambientali….sempre degli Stati Uniti).
Si ricorda che da un punto di vista “meteorologico” l’inverno comprende i tre mesi di dicembre, gennaio e febbraio, partendo, quindi, l’1 dicembre e terminando il 28 febbraio (differente quindi dall’inverno “astronomico” che parte il 21 dicembre e termina il 21 marzo).
Il racconto dell’inverno 2015
Un inverno partito in sordina con un mese di dicembre insolitamente caldo caratterizzato da temperature superiori di +0,5°/+1° rispetto alla media sulla Calabria (vedi fig.1), nonostante la forte avvezione di aria continentale (vedi fig. 2) che dal 28 dicembre ha investito il sud Italia e che il 30 dicembre 2014 ha toccato il suo culmine, con forti venti di buran, una isoterma di -12° a 1400 m slm che ha danzato sulle nostre teste per 8 ore circa (vedi fig.3) e le incredibili, storiche nevicate di Reggio Calabria (imbiancata), Scilla (vedi figura 4), Palmi etc…
FIGURA 1
FIGURA 2
FIGURA 3
FIGURA 4
Da quell’episodio ha avuto inizio un mini-periodo freddo di una dozzina di giorni caratterizzato da temperature medie al di sotto anche di 2° rispetto alle medie del periodo (vedi fig.5): il 5 gennaio 2015 si segnala inoltre una velocissima tormenta di neve su Cosenza intorno alle ore 14:00 della durata di non più di 20 minuti, che non ha comunque attecchito al suolo.
FIGURA 5
Dopo una fase centrale del mese di gennaio caratterizzata addirittura da timide risalite subtropicali (con temperature massime che hanno sfiorato i 20° nelle zone interne vallive – vedi figura 6), inizia una serie di veloci discese artico-marittime apportatrici di nevicate abbondanti alle quote medio-alte, seguite, il 28 gennaio 2015, dal rilascio dalla Scandinavia di una goccia di aria fredda in quota che percorrendo tutta l’europa nord-orientale fa il suo ingresso sull’Italia dall’Adriatico (vedi figura 7), attivando sulla Calabria correnti in quota da sud-ovest e generando una bassa pressione di 1007 hPa sul basso tirreno con venti al suolo generalmente da est: tale “miscela” ha prodotto l’unica nevicata con accumulo dell’intero inverno su Cosenza (vedi figura 8), nonostante alla quota di 850 hPa ci fosse una “misera” -2° (vedi figura 9): in realtà, il fenomeno microclimatico della stabilizzazione della colonna d’aria presente nella valle del Crati ha favorito la discesa della neve molto al di sotto di quanto preventivato dai modelli matematici, sin verso la città dei bruzi dove, a fine evento, si sono accumulati 5-6 cm.
FIGURA 6
FIGURA 7
FIGURA 8
FIGURA 9
In ogni caso, il mese di gennaio 2015 si è chiuso con forti surplus pluviometrici sull’intero sud Italia e sulla nostra regione (vedi fig. 9bis), con intense anomalie termiche positive su quasi tutta l’Europa (vedi fig. 9tris), un pò meno accentuate sulla Calabria dove ha fatto, sì, più caldo, ma di “soli” +0,2°/+0,4° rispetto alla media del periodo (vedi fig. 9 quater).
FIGURA 9bis
FIGURA 9ter
FIGURA 9quater
A seguito dell’evento del 28 gennaio, che in tutte le altre zone della Calabria ha prodotto nevicate oltre i 700/800 m slm, l’Italia e la Calabria sono state interessate da altre discese artico-marittime, prima dell’evento del 9 febbraio che può essere considerato come la seconda ondata, in ordine di importanza, dopo quella di capodanno, dell’intero inverno 2014-2015. Anche questa, si veda la figura 10, è stata caratterizzata da una imponente discesa di aria continentale, con isoterme (si veda figura 11) di -9° a 850 hPa, tramontana e freddo intenso ovunque, nevicate sin sul mare nel crotonese, a bassa quota su reggino tirrenico, e su vibonese: in particolare si ricorda l’abbondante e storica (mancava da quasi un ventennio) nevicata su Vibo Valentia città dove si sono accumulati 20 cm di neve (vedi figura 12).
FIGURA 10
FIGURA 11
FIGURA 12
Ancora una volta, come a Capodanno, saltate dalla visita della “dama bianca” le città di Cosenza (dove nella notte si sono verificati solo timidi fiocchi) e Catanzaro.
Dopo tale episodio di freddo cruento, il mese di febbraio si spegne senza grossi sussulti: l’ultima perturbazione degna di nota è causata da una discesa di aria artico-marittima capace di generare una profonda e bassa depressione al suolo (vedi figura 13) nel centro del Tirreno che ha generato piogge a bassa quota e nuove abbondanti nevicate alle quote medie.
FIGURA 13
In ogni caso, il mese di febbraio 2015, come gennaio, si è chiuso con forti surplus pluviometrici sull’intero sud Italia e sulla nostra regione (vedi fig. 13bis), con intense anomalie termiche positive sulla Scandinavia e Europa centro-orientale ma più freddo del normale su Francia e penisola Iberica (vedi fig. 13tris); mentre sulla Calabria si è confermato un mese perfettamente in media termometrica tranne che sul cosentino, ove si sono registrate anomalie positive (quindi ha fatto più caldo) ma di soli ” +0,2°/+0,4° rispetto alla media del periodo (vedi fig. 13quater).
FIGURA 13bis
FIGURA 13ter
FIGURA 13 quater
Ora passiamo al consuntivo complessivo: questo inverno meteorologico 14-15, che va cioè dal 1 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015, è stato caldo o freddo? Piovoso o secco?
Ecco i risultati delle anomalie climatiche calcolate dal NOAA prendendo come riferimento il periodo 1981-2010.
Temperature
In Europa inverno double face (vedi figura 14), molto più caldo della norma (sino a +3°) sui territori centro orientali, tutto sommato in media su Francia e Gran Bretagna, più freddo su penisola iberica.
La Calabria (vedi figura 15) è risultata complessivamente sopra media, con punte di +0,4°/+0,6° sui territori centro-settentrionali, e di soli +0,2°/+0,4° sul reggino e vibonese.
Precipitazioni
Inverno 14-15 complessivamente più piovoso della media del periodo in Europa soprattutto sul bacino del Mediterraneo (vedi figura 16). In Calabria si notano forti surplus pluviometrici soprattutto sul basso Ionio (dove è piovuto anche sino al doppio della media) ma anche sul resto della regione dove mediamente è piovuto il 50% in più della norma invernale.
FIGURA 14
FIGURA 15
FIGURA 16