Il ciclone di tipo tropicale sta ormai allontanandosi dalla nostra regione con direzione le coste occidentali Grech dove diventerà, come intensità, uragano.
In particolare i modelli numerici di previsione come ICON (by l’istituto tedesco DWD), GFS (by il National Weather Service statunitense) ed ECMWF (europeo) prevedono il landfall, cioè l’arrivo a terra del minimo del ciclone, sulle Isole Ionie, in una zona compresa tra le isole di Cefalonia e Zante (Zacinto); isole che, tra le altre cose, sono molto famose per le loro attrattive turistiche.
In particolare il landfall del ciclone tropicale “Udine”, secondo il modello ICON a 7 km di risoluzione, si verificherebbe venerdì tra le ore 4:00 / 6:00 circa con un minimo di pressione di 976 hPa e venti oltre i 132 km/h: questo basterebbe per classificare il ciclone come “uragano di categoria 1” secondo la scala Saffir – Simpson.
Ovviamente tali venti provocherebbero anche un aumento notevole del moto ondoso del mar Ionio che, a largo delle coste Greche, diventerà “grosso” o addirittura “molto grosso” con altezza significativa delle onde anche di 6-8 metri (con picchi superiori).
Di seguito mostriamo una delle immagini satellitari più recenti del ciclone (ore 17:30) tratte dal sito www.windy.com, nel canale del visibile:
da cui è possibile osservare la spettacolare forma a spirale ormai chiusa intorno all’occhio centrale, così come i “rigonfiamenti” bianchi che rappresentano i cumulonembi in formazione nell’eyewall (cioè l’area che circonda l’occhio stesso) che provocano temporali molto intensi.
Tali nubi raggiungono altezze molto elevate: infatti, analizzando anche l’immagine all’infrarosso 10.8 migliorato (enhanced) è possibile ottenere informazioni sulla temperatura al top delle nubi stesse:
le aree rosse di questa immagine rappresentano le aree con temperature più basse situate, ovviamente, in prossimità delle zone sommitali (top) dei cumulonembi: in tali zone si raggiungo i 214 K, cioè circa -60°C.
La bassissime temperature della zona sommitale delle nubi, indicano che le stesse hanno raggiunto quote molto elevate: ciò significa che i cumulonembi sono molto sviluppati in altezza (convezione profonda) riuscendo a scatenare temporali molto intensi.
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