Inverno 2015/2016:un primo sguardo a ciò che potrebbe essere
Ieri siamo ufficialmente entrati nel periodo autunnale. Come molti di voi lettori ben sanno i prossimi due mesi sono in parte cruciali per le sorti dell’inverno, visto che il risvegliato vortice polare comincerà, tra uno sbadiglio e l’altro, a far capire le proprie intenzioni per il trimestre dicembre-gennaio-febbraio. Noi di meteoincalabria, come ogni anno, cercheremo di anticipare le mosse del generale inverno. Se ci riusciremo o meno lo verificheremo, insieme, nel corso del tempo.
Cominciamo, come al solito, dalle analisi di alcuni fattori potenzialmente influenzanti:
–ENSO (El Niño Southern Oscillation, che segna, nella sua parte oceanica, un raffreddamento o riscaldamento delle acque marine superificiali del Pacifico centro orientale):quest’anno molto probabilmente avremo un episodio di Niño (positivo) tra il moderato e il forte come da grafico IRI/CPC:
Senza entrare nel merito di tecnicismi esasperati, possiamo dire che episodi di niño strong solitamente non depongono a favore di inverni eccessivamente freddi sul comparto europeo. Inoltre spesso proprio l’ENSO è strettamente collegato al segno della PDO (Pacific Decadal Oscillation, variazione quasi decadale delle anomalie termiche superificiali delle acque del Pacifico settentrionale), che a sua volta regola in parte il regime atmosferico proprio su tale settore. Ebbene la PDO potrebbe mantenersi su valori positivi, comportando quindi una semipermanente aleutinica più forte e un anticiclone più addossato sulla costa occidentale degli Stai Uniti
–QBO: la Quasi Biennal Oscillation, esprime l’oscillazione quasi biennale dei venti stratosferici equatoriali, tra la fase positiva (westerly rinforzate) e quella negativa (venti orientali). Quest’inverno tale indice si troverà in fase positiva. Da un punto di vista puramente statistico l’accoppiata tra la fase positiva della QBO e l’attività solare in calo non favorisce il verificarsi di riscaldamenti stratosferici di tipo major (responsabili di possibili episodi freddi degni di nota), tutt’altro.
Ora, secondo tali elementi, nel trimestre freddo potremmo avere, per l’appunto, una semipermanente aleutinica (ovvero la corrispondente in Pacifico della nostra depressione d’islanda) piuttosto pimpante. Secondo alcuni studi recenti (Honda et. al 2001) ad una depressione aleutinica forte in autunno corrisponde una depressione d’Islanda piuttosto debole soprattutto nel periodo febbraio-marzo. Il quadro più probabile potrebbe quindi essere quello di una NAO positiva in un primo momento, e neutra o debolmente negativa in seconda battuta. Le ipotesi che se ne possono dedurre sono, a nostro avviso, le seguenti:
Si potrebbe pensare ad un inverno caratterizzato da possibili episodi freddi sulla falsa riga di quelli del trimestre dicembre-gennaio-febbraio 2014/2015, ovvero con un azzorriano probabilmente posizionato a ridosso delle coste occidentali europee e possibili rientri freddi da est in moto retrogrado, soprattutto nella prima parte dell’inverno (dicembre-gennaio):
Un parziale cedimento del regime positivo della NAO potrebbe aversi, come già detto, solo nella seconda parte della stagione (febbraio-marzo). Qui forse si potrebbero avere chances più elevate di episodi freddi duraturi, con asse però da definire (magari più occidentale rispetto a quello previsto per i due mesi precedenti):
Un quadro piuttosto omogeneo e lineare se si considerano gli elementi analizzati in precedenza. Detto questo, a noi non resta solo che aspettare, con molta pazienza. Il tempo sarà testimone, e ci dirà se le nostre elucubrazioni diverranno reali o meno. A risentirci ai prossimi aggiornamenti.
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