Prima precoce offensiva dell’aria calda africana
Una massa d’aria calda di origine africana interesserà, probabilmente per diversi giorni, il sud Italia e in particolare la nostra regione, apportando una precoce fase di caldo localmente estivo: vediamo tutti i dettagli.
In un quadro di temperature che, comunque, sono già sopra le medie del periodo da giorni, a partire da mercoledì 13 maggio è infatti prevista un’ondata di caldo davvero notevole per la stagione primaverile sia per intensità che per durata.
Ciò appare evidente analizzando il diagramma “a spaghetti” del modello di previsione globale G.F.S. che mostra le temperature previste alla quota di circa 1500 m s.l.m. (superficie isobarica di 850 hPa) rappresentati dall’andamento della linea bianca: è evidente che esse siano molto al di sopra di quelle “normali”, cioè le medie, del periodo sempre a quella quota (linea rossa): a partire da mercoledì, infatti, si prevedono (a 1500 m s.l.m.) valori superiori a +20° con picchi addirittura di +25° tra giovedì e sabato; valori davvero abnormi se si pensa che, in questo periodo, quelli medi dovrebbero essere intorno ai +10°, quindi anomalie previste di +15°!!!
Come detto, inoltre, ciò che colpisce è la durata che sembra potrà avere questa ondata calda, visto che i modelli prevedono una sua persistenza, sebbene probabilmente a livelli meno intensi della prima fase, per addirittura circa 5/7 giorni.
Difficile al momento fare previsioni sui picchi di temperatura che si raggiungeranno al suolo, visto che esse dipendono da molti fattori come la nuvolosità del cielo, i venti, etc…: ma si tratterà certamente di valori di gran lunga oltre le medie del periodo per molti giorni consecutivi su gran parte del territorio regionale (anche se non dappertutto – ma di questo parleremo nei prossimi aggiornamenti), con possibili picchi elevati (localmente sopra i +35°).
Perché questa ondata di aria calda?
Le cause di tale intensità e persistenza sono da ricercarsi nella formazione, a scala sinottica (quindi su territori con dimensioni maggiori di 1000 km), di un “blocco“, cioè di una configurazione barica tale da “bloccare” i normali flussi zonali che, alle nostre latitudini sull’emisfero nord, soffiano tipicamente da ovest.
Solitamente questi “blocchi” sono rappresentati da promontori d’alta pressione che stazionano per giorni o settimane sempre nella stessa posizione, apportando pertanto un identico tipo di tempo sulle stesse zone per tanti giorni e favorendo, quindi, anche eventi estremi (ondate di aria calda e/o fredda, alluvioni, etc).
Nel caso in esame, l’ondata di aria calda sarà favorita da un blocco denominato “Rex blocking” (dal nome dello studioso. D.F. Rex, che fra i primi nel 1950 studiò i “blocchi” in atmosfera), ovvero dalla presenza di un’alta pressione (in questo caso sul Nord Atlantico ad ovest dell’Irlanda) immediatamente a nord di un’area depressionaria (in questo caso sulla penisola Iberica): questa situazione barica è notoriamente molto persistente e favorisce, come favorirà, l’afflusso di aria molto calda (continentale subtropicale) dal nord Africa verso le estreme regioni meridionali Italiane e praticamente tutto il Mediterraneo Orientale (Grecia, Turchia ma anche zone sud dei Balcani).
Nei prossimi aggiornamenti verificheremo quanto sarà persistente questo blocco di Rex (comunque già presente e attivo da giorni) e come potrebbe evolvere nei giorni successivi alla sua formazione.
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