Con l’arrivo della stagione primaverile, ecco puntuale la comparsa dei primi “temporali di calore” pomeridiani, quelli che in alcuni dialetti calabresi vengono denominate “trupìe”.
La genesi è molto semplice: durante la mattina il suolo, soprattutto quello dei versanti montuosi, si riscalda, facendo aumentare contestualmente la temperatura degli strati d’aria a contatto con esso. Così si forma una bolla d’aria che, proprio perchè più calda dell’aria in libera atmosfera, tende a salire verso l’alto. Ora: se in quota è presente aria altrettanto calda, la risalita di questa “bolla” è inibita, cioè si blocca. Se invece in alta quota è presente aria fredda (più pesante di quella calda) la risalita avverrà con sempre maggiore intensità (fenomeno di convezione), provocando la formazione di nuvole cosiddetti cumuliformi che possono evolvere poi in temporali.
Ebbene la situazione odierna sembra ricalcare in maniera perfetta tale esposizione semplificata: alla quota di 500 hPa (circa 5560 slm) è presente aria molto fredda (intorno ai -22°/-23°) con venti che, sempre a quella quota, spirano da NNW.
Tale nucleo freddo, quindi, non fa altro che instabilizzare l’aria con formazione di temporali, proprio come sta avvenendo in queste ore sui monti dell’alta Calabria (si vedano i “puntini” azzurri/verde e giallini sulla provincia di Cosenza) (vedi figura 2 tratta dal radar della Protezione Civile Nazionale).
Tali temporali, dati i venti in quota da NNW, una volta formatisi nei punti sorgente, dovrebbero essere sospinti verso SSE: ecco quindi che, come previsto dal nostro modello ad alta risoluzione WRF EMM2, precipitazioni temporalesche dovrebbero interessare anche la valle del Crati (che si trova a SSE della prima montagna dove si formano i temporali, cioè la Mula) e l’area urbana catanzarese (che si trova sempre a SSE della seconda montagna su cui dovrebbero formarsi i temporali odierni: la Sila Grande).
fig. 1
fig. 2
fig. 3
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